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Fondi Interprofessionali in prima linea nella nuova edizione del Fondo Nuove Competenze

È stato pubblicato l’Avviso “Fondo Nuove Competenze 3- Competenze per le Innovazioni” (Decreto direttoriale n. 439 del 5 dicembre 2024), a cura del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Gli elementi chiave sono l’innovazione e il coinvolgimento dei disoccupati: il decreto, come ha sottolineato il ministro del Lavoro Marina Calderone nel corso della conferenza stampa di presentazione, prevede infatti importanti novità in termini di digitalizzazione e sostenibilità, fondamentali per la trasformazione del mercato del lavoro. Così come garantisce di “portare a bordo” chi è disoccupato da più di dodici mesi. In pratica, come ha spiegato il ministro, “si mettono in relazione, e si collegano, le qualificazioni acquisite a un posto di lavoro che c’è e a un’azienda che ha bisogno proprio di quella professionalità”. Le risorse stanziate alla formazione continua, definita dal ministro come “diritto dei lavoratori”, sono pari a 731 milioni di euro, con l’intenzione del ministero di raggiungere un miliardo di euro entro il 2025.
Le imprese potranno presentare le domande verso il portale messo a disposizione dal ministero e da Sviluppo Lavoro Italia a partire dal prossimo 10 febbraio.

Fondartigianato e FNC

FNC affida ai fondi interprofessionali un ruolo di primo piano nell’attuazione degli obiettivi proposti. Fondartigianato ha risposto a questa importante opportunità confermandosi ancora una volta un partner importante nella sinergia tra fondi e istituzioni, a vantaggio delle imprese, dei lavoratori e del tessuto produttivo del Paese.
Per questo l’11 dicembre 2024 ha provveduto a sottoscrivere la manifestazione di interesse per applicare il Fondo Nuove Competenze e sta lavorando ad un nuovo Invito che uscirà all’inizio del 2024.

Come funziona il FNC

Nella pratica, con il FNC il Governo riconosce contributi finanziari a rimborso del costo delle ore destinate alla frequenza della formazione. I contributi sono destinati ai datori di lavoro privati che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell’orario proprio per consentire ai lavoratori di seguire percorsi di sviluppo delle proprie competenze. La quota viene finanziata interamente se i lavoratori formati sono assunti con contratto di apprendistato di alta formazione e ricerca (III livello) o nel caso di disoccupati da almeno 12 mesi. A condizione, in questi ultimi due casi, che l’assunzione sia avvenuta dopo la data di pubblicazione del decreto e prima dell’avvio della formazione. Per ottenere i rimborsi, le aziende devono assumere almeno il 70 per cento dei partecipanti alla formazione e indicare il Fondo Interprofessionale al quale aderiscono.

Il FNC dedicato alle piccole imprese

Il Fondo Nuove Competenze, in linea con le esigenze del mercato e gli obiettivi europei, è uno strumento destinato a migliorare la competitività del sistema produttivo del Paese, attraverso l’aggiornamento delle competenze, e a garantire importanti benefici per le piccole aziende. È prevista infatti una formazione specifica e programmi mirati alla loro crescita tecnologica, nell’ottica di riqualificazione dei lavoratori. Per garantire l’efficacia degli interventi si prevede una stretta collaborazione tra istituzioni e fondi interprofessionali, come Fondartigianato, chiamati a giocare un ruolo di primo piano. Il provvedimento prevede infatti che le aziende presentino progetti formativi dettagliati, indicando, oltre agli obiettivi specifici, anche i risultati attesi. I Fondi saranno chiamati a verificare anche l’effettiva realizzazione dei percorsi e a monitorare e attestare i risultati raggiunti.

Sistema di Individuazione e validazione delle competenze

Proprio per garantire la trasparenza, la riconoscibilità e la spendibilità delle competenze acquisite, il decreto che la scorsa estate ha disciplinato il Sistema di Individuazione, validazione e certificazione delle competenze, ha altresì affidato ai Fondi interprofessionali per la formazione continua il ruolo di enti titolari, delegati per gli ambiti di competenza del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Nel decreto si precisa che nel repertorio delle qualificazioni, e microqualificazioni, da utilizzare nell’attività, oltre a quelle presenti nell’Atlante del Lavoro implementato da Inapp, rientrano anche le competenze maturate all’interno di ulteriori quadri di riferimento unionali. Nelle more della definizione dettagliata del nuovo sistema di IVC, il FNC costituisce un importante banco di prova su queste tematiche.

Una politica attiva del lavoro

L’intervento del Fondo nuove competenze è qualificato come operazione di importanza strategica nel Programma nazionale Giovani, donne e lavoro 2021-27 ed è nato nel 2020 per contrastare le restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, che hanno messo a dura prova tutte le attività economiche, con danni pesanti all’economia e al mercato del lavoro. Nato come politica passiva per rispondere a una esigenza contingente, oggi il FNC si propone come strumento attivo del lavoro. Dunque non solo per favorire l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori già occupati, ma anche come spinta all’inserimento lavorativo dei disoccupati.

Le caratteristiche dei percorsi formativi

I percorsi formativi finanziati da FNC devono durare tra le 30 e le 150 ore, con alcune eccezioni per i lavoratori stagionali, la cui formazione può essere di minimo 20 ore. La conclusione dei corsi deve avvenire entro un anno dall’approvazione del progetto. Incentivati i contratti di apprendistato e le assunzioni a tempo indeterminato, attraverso bonus specifici.

Gli ambiti del FNC

Gli ambiti sono stati individuati nell’ottica di riqualificazione del capitale umano per adattare la realtà aziendale a un mercato del lavoro in continua trasformazione. L’innovazione è da intendere non solo in chiave tecnologica, come hanno sottolineato dal ministero, ma anche di welfare aziendale. Oltre a favorire i sistemi tecnologici e digitali, l’introduzione e lo sviluppo dell’AI nelle innovazioni di prodotto e di processo, l’economia circolare, la transizione ecologica, l’efficientamento energetico, l’obiettivo è anche favorire il welfare aziendale e il benessere organizzativo.
Tra gli interventi formativi per i quali è previsto il sostegno del FNC, quelli per l’adeguamento a nuovi modelli organizzativi e produttivi, in risposta alle transizioni ecologiche e digitali. E ancora: i progetti di investimento strategico o di transizione industriale che richiedano la necessità di formare nuove competenze.

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